Post prima degli esami...

Ultimo post prima dell'esame... Nelle foto che seguono vi mostriamo il luogo segreto in cui i realizzatori di questo fantastico blog si sono riuniti negli ultimi giorni.


















E' stato un lavoro impegnativo ma che ci ha dato la possibilità di visitare tanti luoghi interessanti, qui a Pavia, tra cui lo strano ma affascinante Museo Di Anatomia Normale, a cui abbiamo deciso di dedicare il blog.

Un unico rammarico: l'incapacità, da parte delle istituzioni, di saper valorizzare questi luoghi di Conoscenza.

Vi salutiamo con la nostra foto (non è tra le migliori e soprattutto non ci rende giustizia!). Ci teniamo infine a ringraziare in particolar modo Alessandra per la sua disponibilità e tutti coloro che hanno visitato il nostro blog.


TO BE CONTINUED. . .

Crani famosi nella letteratura - parte 2

Ma il cranio è anche protagonista di un'altra bellissima poesia del pioniere fracese dei poeti maledetti. Cosa vi suggerisce "Les Fleurs du Mal"?

Eh si, stiamo parlando proprio del grande Charles Baudelaire.











L'opera che vi proponiamo fa parte del celeberrimo testo "I Fiori del Male" e s'intitola "L'amore e il Cranio".

L'AMORE E IL CRANIO

L'Amore sta assiso sul cranio dell'Umanità e da quel
trono profano, con riso sfrontato,
soffia gaio delle bolle rotonde che s'innalzano
nell'aria, quasi a raggiungere i mondi al fondo
dell'etere.

Il globo fragile e luminoso prende un grande slancio,
scoppia e sputa la sua anima gracile come un sogno
d'oro.

Odo il cranio, a ogni bolla, gemere e pregare:
"Quando finirà questo gioco feroce e ridicolo?
Perché quel che la tua bocca crudele sparpaglia
nell'aria, mostro assassino, è il mio cervello, il mio
sangue, la mia carne!"

Crani famosi nella letteratura - parte1

Amleto (The Tragical History of Hamlet, Prince of Denmark) è una delle tragedie shakesperiane più conosciute e più citate. Fu scritta probabilmente tra il 1600 e l'estate del 1602. È tra le opere più frequentemente rappresentate in quasi ogni paese occidentale, ed è considerata un testo cruciale per attori maturi. Il monologo di Amleto "essere o non essere" (Atto III, scena I), il passaggio più famoso del dramma, vanta una immensa gamma di interpretazioni sui palcoscenici di tutto il mondo. In esso Amleto enuncia il dubbio eterno dell'uomo nell'esistenza dell'aldilà come liberazione dai mali dell'esistenza mortale rivolgendosi proprio ad un cranio, quello del celbre Yorick, buffone di corte. . .

Ecco il monologo completo per gli appassionati di Shakespeare. . .



"Essere o non essere, questo è il problema.
Se sia più nobile sopportare
le percosse e le ingiurie di una sorte atroce,
oppure prendere le armi contro un mare di guai
e, combattendo, annientarli.
Morire, dormire.
Niente altro.
E dire che col sonno mettiamo fine
al dolore del cuore e ai mille colpi
che la natura della carne ha ereditato
È un epilogo da desiderarsi devotamente.
Morire, dormire.
Dormire, forse sognare: ah, c'é l'ostacolo,
perchè in quel sogno di morte
il pensiero dei sogni che possano venire,
quando ci saremo staccati dal tumulto della vita,
ci rende esistanti.
Altrimenti chi sopporterebbe le frustate e lo scherno del tempo
le ingiurie degli oppressori, le insolenze dei superbi,
le ferite dell'amore disprezzato,
le lungaggini della legge, l'arroganza dei burocrati
e i calci che i giusti e i mansueti
ricevono dagli indegni.
Qualora si potesse far stornare il conto con un semplice pugnale,
chi vorrebbe portare dei pesi
per gemere e sudare
sotto il carico di una vita logorante
se la paura di qualche cosa dopo la morte,
il paese inesplorato dal quale nessun viandante ritorna,
non frenasse la nostra volontà,
facendoci preferire i mali che sopportiamo
ad altri che non conosciamo?
Così la coscienza ci fa tutti vili
e così il colore innato della risolutezza,
lo si rovina con una squallida gettata di pensiero
e le imprese d'alto grado e il momento,
proprio per questo, cambiano il loro corso
e perdono persino il loro nome di azioni "